bello come il sole!
Sono convinta che il bello che ci
circonda, o che ci andiamo a cercare, possa contribuire fortemente al
nostro benessere (anche l’occhio vuole la sua parte) nel momento in
cui ho sfornato questo pane e mi sono beata della sua magnificenza
dopo poco mi sono chiesta: e perché questo sarebbe più bello degli
altri?
Qual è, se esiste, il canone di
bellezza per il pane a lievitazione naturale? Dopo un po’ di
riflessione su questa questione sono arrivata alle conclusioni che
seguono.
Un pane normale senza farine
particolari, tondo, cotto nel forno di casa, secondo me, per essere
considerato bello deve:
1) avere un colore uniforme;
2) non avere spaccature;
3) essere uniformemente gonfio (niente
gobbe);
4) avere un’alveolatura regolare.
E perché? Perché sì! Come disse il
diavolo a quelli che volevano costruire il ponte sul Serchio e ogni
volta la piena glielo buttava giù, intimandogli di costruirlo “a
punta”. Ma siccome “perché sì” o “perché no” lo dice
solo il diavolo cerchiamo di approfondire la questione:
1) un colore non uniforme, se la
cottura è avvenuta in un forno non a legna, significa cottura non
uniforme e ci potrebbero essere anche delle intere parti del pane non
cotte adeguatamente;
2) se la lievitazione si è completata
fuori dal forno il pane non cresce durante la cottura e quindi non ci
sono spaccature laterali. Eventuali spaccature nella parte superiore,
per quanto scenografiche, sono comunque il segnale di una
lievitazione incompleta e tipicamente comportano anche un’alveolatura
irregolare (bolle grandi da una parte e microscopiche se non
inesistenti da altre parti);
3) la presenza di gobbe o rigonfiamenti
è segno di una lievitazione distribuita irregolarmente e si presenta
a seguito di prolungate lievitazioni in frigorifero se l’impasto
non è stato lasciato a lievitare ad una temperatura adeguata (fra i
18 e i 24 gradi C) per un tempo sufficiente a che la temperatura
diventasse omogenea in tutto l’impasto e con essa l’attività
fermentativa;
4) se si po’ accettare un pane
compatto se è fatto di farine poco glutinose, magari d’inverno e
magari con dentro malto o olio o frutta o simili, se comunque è
leggero e saporito, non mi piace un pane con alveoli enormi su cui
non si può spalmare il miele e che si secca in 2 ore, né un pane
troppo umido e poco cotto.
Ebbene sì, questa meraviglia l’ho
fatta con la farina bio della coop perché ancora non sono riuscita a
ripristinare la mia dispensa di farine locali. E’ cotto nel forno
elettrico però mi piace un sacco, ed è anche buono!
A guardarlo meglio proprio perfetto non è, ha qualche gobba, qualche buco più grande degli altri e anche la superficie non è proprio omogenea, ma quando è uscito dal forno era davvero straordinario, vabbè vuol dire che ancora il più bello non l'ho fotografato... ci riprovo la prossima settimana.
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